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sabato 18 maggio 2013

Braccia donate all' agricoltura.




Girando nei blog mi capita di vedere qualche volenterosa "donnina "che riesce a creare l' orticello sul suo balcone; intorno il paesaggio urbano, con palazzi e strade, e in mezzo, una macchia verde di basilico,prezzemolo, erbe aromatiche e anche qualche verdurina. Immagino quanta amorosa costanza vi sia dietro a tutto questo, e quanta gioia nel dire ai propri cari:- mangia...questo l' ho coltivato io-.
Questo mi fa riflettere su quanto bisogna ritenersi fortunati a possedere anche un fazzoletto di terra, dove poter coltivare qualcosa di commestibile. Farsi un' insalata semplicemente andando a raccogliere ciò che è stato piantato e seguito personalmente, senza andare in un negozio, senza guardare il prezzo o limitarsi nella quantità per non  spendere troppo, e senza far la fila ad una cassa, ha un valore inestimabile. Potrei dire che oltre alla nostra salute ci guadagna il portafogli, ma molto dipende dalla quantità che si produce, dalla disponibilità di acqua gratuita, e anche dalla fortuna  (che i vecchi chiamavano annata). Tuttavia se anche tra spesa e guadagno si dovesse chiudere in pareggio, il valore di ciò che è fatto da noi  non ha prezzo.
 Vi mostro l' orticello di casa in via di sistemazione per l' estate, per condividere con voi un pezzetto di ciò che amo.

La lattuga, l' iceberg, e la cicoria.








L' alloro e la salvia. 



L' origano che si sentiva stretto nella vaschetta ed ha stra-bordato tutto intorno:o)



I pomodori pronti da trapiantare....e un geranio impiccione:o)...





Ancora qualche arancia appesa alla pianta......



ma già i piccolini pronti a crescere perchè la natura non è mai stanca....

.....e due manine intente a piantare i semini. 
E guardandole penso che, se un giorno uno dei miei figli mi dicesse che gli piacerebbe lavorare la terra, ne sarei fiera, perchè pur essendo un lavoro che richiede grande abnegazione ( e al giorno d' oggi, anche tante conoscenze) ti mostra ogni giorno che in fondo,ciò che serve a noi uomini non è una bella macchina o dei vestiti griffati ma   del buon cibo e, per alleggerire la fatica, lo spettacolo sempre vario della natura.

domenica 5 maggio 2013

Il cambio degli armadi: l' attacco!






Una volta che ci siamo organizzate come si deve, eccoci pronte alla lotta dura  con il nostro  guardaroba:o)
Gli abiti che giacciono sul letto o sulla coperta possono essere divisi in 3 categorie:
CAPI SI 
CAPI NO
CAPI NI

I capi   SI sono quelli  che abbiamo usato per lavoro,  per  uscire, per  stare a casa, e ci vanno bene, ci piacciono,sono ancora nuovi, o almeno  in buono stato, e quindi   sappiamo già che li rimetteremo  con piacere  appena tornerà la loro stagione, insomma  sono solo  da piegare o appendere, e metter via.Unica accortezza da  tenere in mente, è che  devono essere pulitissimi,  quindi,  se  li abbiamo usati, anche solo  una volta, li infileremo in lavatrice per una rinfrescata o li porteremo in lavanderia. Fanno eccezione giacche e cappotti usati davvero poco ,che possiamo mettere all’ aria per qualche ora, spazzolare per bene, e riporre nell’ armadio.



 I capi NO,  sono quelli rotti, rovinati ,vecchi, macchiati irrimediabilmente, insomma quei capi che non si possono più usare e che dobbiamo far finire nella spazzatura. Tuttavia, anche da  questi "relitti", possiamo ottenere qualcosa. Può sempre tornare utile staccare i bottoni,  le cerniere o i  laccetti che possono essere riutilizzati, e, a seconda del materiale di cui sono fatti, possiamo farne  degli stracci: le magliette in cotone sono utilissime per i vetri e per spolverare, i tessuti più morbidi per lucidare  scarpe, mobili e oggetti vari , e ,visto che ci siamo, pensiamo anche al nostro marito/padre/fratello che, se ha  un hobby "sporchevole", potrebbe aver bisogno di qualche cencio  a portata di mano. Insomma, anche in questo caso si può far fare un giro più lungo alle cose, prima di buttarle definitivamente.



Ci sono poi i capi NI che sono quelli che ci creano più problemi.  Sono i capi zavorra: capi nuovi che però, per un motivo o per un altro (taglia, stile, colore, difficoltà di abbinare ad altri capi), non usiamo più, capi "ricordo dei tempi felici", capi della serie "può sempre tornarmi utile".
Se per esempio ci troviamo un maglioncino nuovo nuovo che , neanche chiudendo gli occhi o stringendoci in un bustino, riusciamo più ad indossare, perché non proviamo a regalarlo? Magari piace alla nostra mamma, a nostra sorella, ad una cara amica.  Capi di questo tipo possono essere anche donati alle varie associazioni che ritirano abiti usati; informiamoci prima  su  quali tipologie   possiamo  donare: se un associazione assiste i bisognosi nei paesi caldi, è inutile donare un cappotto, se  ritira abbigliamento integro non doniamo niente che non sia ben conservato  e dignitoso. Gli abiti  vecchi, invece,  possono essere donati a chi ottiene un piccolo guadagno dalle fabbriche che li   trasformano in stracci o tappeti.

Il maglione  un pochino consumato, ma tanto tanto  comodo che usavamo per andare in ufficio ,o la tuta  con un buchetto, che non mettiamo più per andare in palestra, possiamo usarli in casa. L’ unico accorgimento è che non abbiano né lacci lunghi   (eventualmente togliamoli), nè maniche larghe, per non diventare pericolosi tra fornelli, coltelli ed elettrodomestici.

Se invece  ancora vogliamo conservare l' abito che ......può sempre tornar di moda….beh, siamo sicure che succederà?! La moda si potrà pure ispirare a quel determinato periodo, ma, in realtà, i colori, le proporzioni, i tessuti ne  indicheranno chiaramente la  data di nascita. E poi.... se anche tra dieci anni tornerà quello stile, siamo sicure che noi stesse saremmo in grado di rimetterci quel vestito, o non saremmo  cambiate  nelle forme e  nei gusti ?

Per quanto riguarda gli "abiti ricordo" si può trovare un compromesso: teniamo   abiti veramente significativi (abito del matrimonio, un bell' abitino dei bambini, un maglioncino anni '60 della mamma) ma troviamogli un posto a parte dai nostri capi SI. Una scatola o una vecchia valigia da mettere sopra l' armadio potrebbero andare bene. E probabilmente, per la maggior parte di noi,  passeranno anni prima di andare a riaprirla di nuovo.
In fondo, il posto più bello dove tenere i ricordi è la nostra mente e il nostro cuore ,che ha molto di più di 6 ante.



Se tra i capi NI ci sono dei pezzi che hanno un tessuto simpatico, possiamo riutilizzarlo per farne una borsa, un cuscino o quant' altro: la rete è piena di esempi di recupero. Ma anche qui facciamo le cose in base al nostro effettivo interesse: non conserviamo pacchi e pacchi di roba vecchia solo perchè…"un domani anche io mi metterò a cucire". Anche in questo caso troviamogli uno spazietto apposito, per non mischiarli con ciò che sarà pronto da indossare.(E sopratutto non andiamo a vedere il blog di Pia che riesce con spiegazioni super dettagliate, a trasformare magliette camicie gonne e pantaloni in.....1000 bellissime altre cose:o)

E.... se vi capita di perdere la nozione di quanti anni fa abbiamo indossato l' ultima volta quel vestito, vi suggerisco lo stratagemma della mia amica Giovanna.... anzi no...... questo lo lascio al prossimo post:o)




venerdì 15 marzo 2013

Un aiutante buono come il pane!




Comprare un elettrodomestico nuovo è sempre un salto nel buio: prima dell' acquisto ci sembra di aver trovato la risposta a tutte le nostre esigenze, di aver trovato quello che finalmente dimezzerà i tempi in  cucina o  per la pulizia della casa, quello che ci permetterà di poter diventare dei cuochi o dei  pasticcieri provetti; poi lo acquistiamo, lo portiamo a casa,cominciamo ad usarlo e ...ci accorgiamo che forse...potevamo benissimo farne a meno!
Occupa più posto di quanto ricordassimo, gli accessori sono più un impiccio che un vero aiuto, tutte quelle cose buone che pensavamo di fare non le facciamo lo stesso, e il poveretto vive una vita piuttosto ritirata:o(



 Per  questo, quando 3 anni fa, il giorno di Natale, la mia mamma è arrivata con un bel pacco infiocchettato a proteggere  la  macchina del pane (MDP per gli amici), ho avuto quasi  paura  a manifestare tutto l' entusiasmo che di solito sento di fronte ai regali.



 E invece....son contenta! Si, son contenta della mia macchinetta che mi prepara,  praticamente da sola, il pane che metto in tavola. Unica mia "incombenza": pesare gli ingredienti e selezionare il programma giusto.Questo non vuol dire che non ho più acquistato del pane già pronto, ma la maggior parte delle volte lo faccio io (o meglio lei)!
Posso selezionarla in modo che si limiti ad impastare, e, magari faccio la pizza, posso farci la marmellata, e ci ho fatto pure una torta!



Il pane rimane molto più morbido di quasi tutto il pane acquistato nel negozio, ed è mooolto più economico.
Insomma se una mia cara amica mi chiedesse un parere, le direi di comprarla, non foss' altro per quel profumo meraviglioso ( se il paradiso esiste, sa sicuramente di pane cotto) che si  spande in tutta la casa:o)




Vi lascio due ricettine da provare: la prima è un pane con l' olio che ho "elaborato" personalmente prendendo le dosi un pò qui e un pò là, e  che si mantiene alla perfezione:
410 gr di farina 0
230 gr di acqua
6    gr di zucchero
10  gr di sale
70  gr di olio
12  gr di lievito di birra
Mettere tutti gli ingredienti nel cestello (prima i liquidi poi i solidi)
e selezionare pane normale con crosta media.




La seconda, è quella di  un  pan-dolce presa dal blog di Dana "il tempo in cucina".
Gli ingredienti sono quelli della foto, ma per la ricetta vi rimando al suo blog (cercate nelle etichette alla voce macchina del pane), dove pubblica una bontà dietro l' altra. Il risultato è quella mega fetta che vedete sotto il titolo
E voi conoscete la MDP? La usate?  Mi farebbe davvero piacere sapere che ne pensate. 


mercoledì 6 marzo 2013

Minestra di verza con riso e..... conti.




Avrei dovuto postare questa ricetta qualche settimana fa, quando eravamo nel cuore dell' inverno, ma il mese di febbraio è stato, a casa mia, il mese "dell' influenza"; e proprio come gli omini del tirassegno, appena uno della famiglia riusciva a risollevarsi, l' altro era pronto a stramazzare " nel materasso". Antipiretico e termometro hanno "decorato" i comodini, dando loro un' aria molto vissuta:o); e io, appena vedevo le prime avvisaglie di benessere nel povero malato, mi chiedevo: a chi toccherà la prossima volta???!
Ma, visto che  le giornate son ancora ben freddine, mi sento comunque  autorizzata a proporvela : non è certo un piatto raffinato, ma se fuori piove o tira vento, se nevica o ghiaccia, con questo buon piatto fumante vi sentirete subito caldi caldi, e vedrete che sopporterete meglio queste temperature così basse.


Vi bastano pochi ingredienti, ma ,tenete conto che, se la preparazione è velocissima, per la cottura della verza e quella del riso ci vorrà almeno un' oretta.
Ingredienti per 4 persone:
Verza: la mia pesava più o meno 350 grammi
Olio evo: circa 5 cl
Mezza cipolla piccola
Un dado, anche vegetale
Riso comune per   minestra: 100 gr
Per prima cosa mettete a bollire un litro di acqua con dentro il dado, per preparare il brodo.
Tagliate la cipolla a pezzettini  e fatela rosolare nell' olio caldo.
Aggiungete la verza, tagliata a striscioline sottili, e fate rosolare anche questa per circa 10 minuti  a fuoco basso, e senza perderla d' occhio.





Aggiungete il brodo (deve coprire per bene la verdura  ) , e fate cuocere per circa mezz' ora. Se vedete che la verza assorbe tutto  il liquido potete continuare ad aggiungere del brodo o della semplice acqua calda.




Trascorso questo tempo  aggiungete il riso, e portate a cottura,  aggiustando di sale. A piacere potete dare una spolverata di parmigiano.
Ho calcolato la spesa per questo piatto: 
€ 0.55 verza
€0.20 olio
€0.12 riso
€0.13 dado
Totale 1€
Vogliamo esagerare e aggiungere un altro euro tra cipolla, acqua e gas? Beh, anche  facendo così, mi sembra che portare in tavola un primo piatto per quattro persone con la modica cifra di 2 euro, sia comunque un "buon" affare.


lunedì 18 febbraio 2013

La mia gruccia si fa la plastica ;o)




Credo che stendere i capi direttamente nelle grucce sia una buona abitudine: si  risparmia spazio (e si sa che lo spazio per far asciugare il bucato non è mai sufficiente),  i capi asciugano più rapidamente in quanto l' aria riesce a circolare meglio  all' interno del capo "aperto", e, poichè questo non viene piegato,  permette di limitare o persino  eliminare, l' uso del ferro da stiro, con conseguente risparmio di energia.



 E' necessario però che le grucce siano di plastica e che  abbiano "le spalle" ampie, per evitare di trovarci con  maglioni o felpe "addobbati"  da rigonfiamenti  vari, che si possono eliminare soltanto con un altro lavaggio. Così l' anno scorso mentre cercavo una soluzione, visto che le grucce  in plastica con le "spalle" larghe non sono molto facili da trovare, mi è capitato di sfogliare, in uno studio medico,  una rivista, dove ho visto alcune foto di  oggetti  fabbricati usando del materiale riciclato , e tra questi vi erano anche  delle grucce realizzate con delle bottiglie di plastica. Quell' immagine mi è rimasta talmente impressa ,che la prima cosa che ho fatto al mio rientro, è stato proprio montare due bottiglie ai lati di una gruccia qualsiasi, per vedere se si riusciva a creare un alternativa "casalinga" a quell' oggetto.




 Dopo vari tentativi andati a male con diversi  tipi di colla, per bloccare le bottiglie ho dovuto usare delle strisce ricavate  da una vecchia maglietta, arrotolate più volte intorno alla "spallina" .




Il risultato è in effetti  piuttosto instabile ma,  una volta sistemato il nostro maglione ,le bottiglie restano ferme e ,anzi, il fatto che "ballino" un pò ,fa si che  possano  adeguarsi alla  larghezza dei capi da asciugare.


 Credo in tutta sincerità che siano le grucce più ridicole del mondo, però i miei maglioni non hanno più nessuna gobbetta e asciugano in quasi la metà del tempo, per cui faccio un gran sorriso e....continuo a stendere:o).

sabato 2 febbraio 2013

Ancora su armadi e portafogli.....





Una volta appurato che ci si può vestire bene anche  senza aprire un mutuo, vediamo quali possono essere le  strategie  da adottare  per evitare spese inutili che ci lascerebbero scontente degli acquisti  e pentite del denaro speso.
La prima cosa da fare, è riflettere attentamente  su come sono organizzate le nostre giornate, e, cercare di capire, quali sono per le nostre esigenze, gli abiti necessari, quelli utili ,e quelli superflui.
Gli abiti necessari sono quelli legati alle nostre attività quotidiane, quelli senza i quali non potremmo andare a lavoro, fare le faccende di casa, andare a scuola, a far la spesa, ad accompagnare i figli all' allenamento,  fare la nostra passeggiata rilassante o la seduta in palestra.Insomma quelli legati ai nostri impegni giornalieri, più o meno piacevoli che siano.
Gli abiti utili, sono quelli legati ad eventi che non hanno una data fissa, nè un numero fisso di  situazioni: un invito a cena improvviso, 
   una partita della nostra squadra del cuore, una serata  al cinema o a teatro, quando questo è un evento  saltuario e non regolare, insomma  tutti quegli abiti che sappiamo che ci torneranno utili in più occasioni, anche se di queste non sappiamo di sicuro né il numero né la data. I capi  utili saranno sicuramente meno dei capi necessari, ma sono, forse, quelli  in cui possiamo esprimere meglio la nostra personalità e il nostro gusto.


Per ultimi ci sono gli abiti superflui; e qui la categoria è davvero molto ampia: gli abiti superflui sono quelli che  non riusciamo ad usare, che abbiamo messo una o due volte   perchè son troppo lontani  dai nostri gusti e dalle nostre esigenze.  Sono quelli che compriamo con leggerezza perchè "..sono qui e  devo comprare qualcosa", quelli che già non ci convincevano in negozio, quelli con i colori strani per i nostri gusti e che fanno a pugni con il resto dei nostri vestiti; quelli presi perchè "...tanto costa poco", o perchè l' abbiamo visto  ad una amica e ci è piaciuto; gli  abiti presi con l' idea  "..  è un pò stretto ma tanto  da domani sono a dieta", e quelli  della serie "...è l' ultimo non lo posso lasciare qui!". Insomma tutti quegli abiti  che facciamo fatica a mettere e quindi opprimono il nostro armadio e svuotano il nostro portafoglio ,lasciandoci solo i documenti.
Una volta chiarite a noi stesse, le nostre esigenze, diamo uno sguardo a ciò che già possediamo, e cerchiamo di capire nella maniera più obiettiva possibile, cosa  abbiamo e cosa ci manca.Cerchiamo di prevedere quanti cambi settimanali ci occorrono, in modo da avere sempre dei vestiti puliti nell' armadio ,ma nello stesso tempo senza farlo scoppiare per un contenuto troppo abbondante e difficilmente organizzabile. A seconda del lavoro che facciamo o di come siamo abituate ad uscire per le nostre spese, non è detto che un capo necessario non possa essere usato  anche come  un capo utile, e viceversa. 

 E..... prima di uscire,  non sarebbe male prendere qualche appunto ,in modo da non lasciare in negozio un capo necessario, e  rischiare di tornare a casa con 2 superflui.


giovedì 24 gennaio 2013

Armadio felice e portafoglio contento.







Carissime,
oltre agli alimentari e ai detergenti, una delle spese fondamentali di ogni famiglia, piccola o grande che sia, è legata all' abbigliamento, e ,se, l' acquisto sbagliato di un detersivo può privare il nostro portafoglio di pochi euro, quello di qualche capo di vestiario  che non ci soddisfa, può svuotarlo inutilmente anche di qualche centinaio. 
L'abbigliamento, per quanto si sia di gusti  semplici e modesti, è sempre una spesa importante, e non c' è niente di più scoraggiante che spendere tanti soldi per poi sentirsi sempre "mal vestite", o non avere mai "nulla da mettere".
 A volte si fa l' errore di acquistare in continuazione capi nuovi, o costosi oltre le nostre possibilità, pensando di risolvere il problema, ma quasi mai questo accade,  e restiamo ugualmente  insoddisfatte di ciò che pende dalle nostre grucce.
 Ma voi  avete mai notato che ci sono delle donne che appaiono sempre a posto e ben vestite, anche se quello che indossano non è un capo costoso o nuovissimo? Che pensavate  facessero acquisti in boutique a voi sconosciute, e poi le trovate ai grandi magazzini o ai mercatini, a scegliere le loro cose? Io l' ho notato, e proprio dall' osservazione di questo tipo di donna, ho tratto alcune conclusioni che mi piace condividere con voi.



"Una donna ben vestita" è una donna che presta attenzione all' abbinamento di stili e colori.Che il vostro stile sia classico o  sportivo, elegante o  vintage, è bene che  tutto sia bene armonizzato. Avere una predominanza di certi colori e certi stili nel vostro guardaroba, vi permetterà di abbinare i vari capi tra di loro e  avere più possibilità di variare le vostre combinazioni senza essere costrette a fare sempre nuovi acquisti . Senza arrivare all' eccesso di avere un guardaroba  tutto nero per l' inverno  o tutto bianco per l' estate, riflettete al momento dell' acquisto, che un capo di un colore vivace o di un tessuto particolare, può essere abbinato con poche cose, e se, l' intenzione   è quella di acquistare qualcosa da usare con facilità (e non solo in una occasione speciale),  tenetene conto.





"Una donna ben vestita" è una donna che ha sempre qualche accessorio che valorizza ciò che indossa, una collana  , una cintura, un foulard sono cose che si trovano a poco prezzo e sono facilmente intercambiabili, e  oltre a dare un tocco curato  e personalizzato a ciò che indossiamo, rinnovano un capo anonimo o sfruttato.
"Una donna ben vestita" è una donna curata nel suo insieme. Senza voler fare le fanatiche del "fescion" , avere i capelli a posto (ci sono tagli che si sistemano con un colpo di spazzola),  un filo di trucco o semplicemente una pelle ben curata e le sopracciglia ben rifinite, aiuta ad avere un aspetto ordinato e piacevole, che valorizza anche l' abitino più semplice.
Questi sono i primi spunti che ritengo  siano utili  a donne di tutte le età  e  ai quali ne seguiranno sicuramente altri.... spero al più presto!

mercoledì 5 dicembre 2012

Per un pugno di litri.





Carissime,
se pensate che questa bottiglia da litro piena d' acqua, sia pronta per essere portata in tavola, vi sbagliate di grosso.Infatti sta per finire dentro la cassetta di raccolta dell' acqua del water.

 So bene che l' ideale sarebbe avere una di quelle cassette a doppio flusso, da utilizzare a seconda delle necessità, o una di quelle che recuperano l' acqua  del lavaggio della lavatrice, ma, quando questo non è possibile, una di queste bottigliette infilate dentro la cassetta ( mi raccomando attenzione che non sia a contatto con il galleggiane o altre parti mobili) ci permette di risparmiare almeno un litro d' acqua ogni volta che pigiamo il nostro pulsante. Lo so che può sembrare poca roba, però, se prendiamo, per  esempio,   una persona che vive da sola e lavorando fuori casa tutto il giorno, tira lo sciacquone solo due volte  ,  risparmierà i 2 litri che moltiplicati  per 365 giorni  ci danno  730 litri , litri che sarebbero finiti inutilmente in fogna con un pò di ...pipì.

 E se anche voi non avete la lavastoviglie, e fate quindi i piatti a mano, acquistate una bacinella  un pochino più piccola della vaschetta del vostro lavandino, ed utilizzatela per il lavaggio . Anche questo è un modo facile per dimezzare di circa il 50% il consumo di acqua. Per non essermi d' impiccio, la sistemo sotto il lavandino e ci metto dentro il cestino dell' umido.
Riepilogando:  a casa mia  (visto  che siamo in cinque) riesco a risparmiare 10 litri di acqua  al giorno sul tiraggio dello sciacquone, più 8 litri  di risparmio, per lavaggio piatti a pranzo e cena , per cui arriviamo a 18 litri al giorno,  540 litri al mese e 6480 litri all' anno. Per me, che non sono mai stata un genio in matematica, è ...una gran bella soddisfazione!

mercoledì 7 novembre 2012

Un vestito nuovo per la scarpiera.




E' da un pò di tempo che cerco una scarpiera nuova. Quella  vecchia ormai è insufficiente alle esigenze della famiglia,  e nel frattempo le scarpe "in eccedenza"  vagano da un posto ad un altro senza fissa dimora:conservate ordinatamente nelle scatole, messe in fila nel bagno, o  dimenticate più o meno strategicamente sotto i letti . Sicuramente se avessi più tempo per farmi un giro nei negozi  avrei trovato ciò  che mi serve, ma quelle che ho visto finora sono o troppo alte, o troppo lucide, o troppo piccole, o con le ante a ribalta adatte a contenere solo mocassini e scarpe da ginnastica.

L' altro giorno mi son ricordata  che nel ripostiglio, usata per riporre le scarpe fuori stagione ,  c' era ancora  la mia  prima scarpiera acquistata ben 23 anni fa.L' ho svuotata del contenuto e  ho potuto notare che la struttura era ancora in buono stato,  da li è partita l' idea di farle un vestito nuovo. 



Ho  preso per bene le misure e  sono andata in negozio con lo schemino,  qui una gentile commessa basandosi sul mio disegno, ha tagliato la giusta  quantità di stoffa in modo da non avere inutili residui . Ho tagliato le varie parti che mi servivano, cioè  3 rettangoli stretti (per i lati  e il "sopra" )e due larghi (davanti e dietro), che ho unito con delle semplici cuciture. Ho arricciato il pannello davanti, perchè essendo una stoffa molto leggera, rischiava di non coprire bene l 'apertura e di restare troppo svolazzante.Sotto  ho lasciato  il vecchio rivestimento in plastica per rendere il tutto più stabile e robusto.



Ho fatto ancora due striscioline con la stessa stoffa  che  fissate ai lati e unite da un fiocco mi permettono di stringere i lati e tenerli più chiusi. 

Col senno di poi avrei fatto bene a scegliere una stoffa più pesante che cadesse meglio e probabilmente  mi avrebbe evitato  di fare l' arricciatura, me essendo una soluzione provvisoria mi accontento di  questa.

 Con poco più di dieci euro utilizzerò ancora per qualche tempo questo vecchio mobile, dove le scarpe stanno comode e sopratutto nascoste.

domenica 14 ottobre 2012

Il discount e la scatoletta placebo.




Care lettrici (se ancora ne è rimasta qualcuna dopo questa lunga assenza forzata),
 continuando a parlare di luoghi dell' acquisto, oggi voglio fare due chiacchiere sui  discount, che, come dice la parola stessa, sono "i negozi dello sconto".
I discount fanno un pò categoria a se, per quanto riguarda le preferenze: c' è chi li ama alla follia, e vi acquista carrelli interi di roba, e c'è chi storce il naso solo a sentirne parlare,  li giudica- "luoghi dove vendono solo schifezze"- e mai si sognerebbe di andare a prenderci neppure un pacco di zucchero.
In effetti appena nati avevano un' aria piuttosto spartana, al limite dello squallore, con grandi quantitativi di merce (..grandi più dal punto di vista della quantità che da quello della varietà) lasciati dentro gli scatoloni aperti malamente, e poggiati  direttamente sui pallet di legno;quasi assenti gli scaffali, un minimo di colore e di senso estetico.
Ora  le cose sono  decisamente cambiate, e non abbiamo più quella triste sensazione di entrare in uno spaccio militare.

Il discount può vendere sia prodotti di marche famose affiancati da prodotti  di marche sconosciute, oppure i PAM, cioè prodotti  con il marchio esclusivo della catena (grazie Niky-Feltrolilla!).

 La merce del discount costa decisamente meno, e questo perchè vi sono delle scelte organizzative che favoriscono questo risparmio:
1) il personale è limitato:  la merce è esposta direttamente dentro scatoloni senza che, commessi atletici, la sistemino  pacco per pacco negli scaffali.
2) di solito manca il reparto macelleria o pescheria (non sempre però), sostituito da prodotti già confezionati e sistemati nei banchi frigo
3) stessa cosa per gli affettati  e formaggi che vengono venduti sottovuoto(dove necessario) e, molto spesso, in pezzature  grandi.
4) limitata è anche la pubblicità: nessun testimonial famoso e strapagato, sostituito da qualche passaggio veloce in TV, o qualche pagina di giornale, magari con le offerte della settimana, e il solito volantinaggio porta a porta.
5) niente carte fedeltà e quindi niente regali con raccolta punti; il risparmio non viene trasformato in oggetti, ma rimane direttamente nelle nostre tasche.
C' è un reparto frutta e verdura, di solito ben fornito, e poi tutta una serie di cesti che offrono prodotti di vario genere: dalle lenzuola alle ciabatte, dai set di cacciaviti alle sveglie . Questi prodotti di solito arrivano in stock per cui una volta esauriti  verranno sostituiti da prodotti di diverso tipo.




Se  ancora  non avete provato  i prodotti discount ma vi sembra tempo di fare un tentativo, cominciate con i piccoli acquisti: lo zucchero ha lo stesso sapore con tutte le marche, il sale, i prodotti tipo carta igienica o rotoloni, i tovaglioli, l' acqua demineralizzata. Provate ad assaggiare i biscotti ,controllate l' etichetta  e vedete se sono di vostro gusto. Cerchiamo di non avere pregiudizi: se nel brick  troviamo scritto 100% ananas senza zuccheri aggiunti,  non sarà così diverso da un succo di una marca famosa, che costa però 2 euro in più. Assaggiamo e giudichiamo ...dopo!
Possiamo a rotazione  assaggiare i formaggi,  gli yogurt, la maionese e così via. Controlliamo i pesi ( di solito  i prodotti del discount danno più prodotto per lo   stesso prezzo).
Non tutto sarà di nostro gusto, ma se siamo persone di buon senso ,sappiamo già, che non è mai bastato un nome famoso a rendere buono un prodotto.


A casa  mia "i grandi esperti del gusto" sono  i due maschi presenti, per cui quando devo proporre un prodotto sconosciuto e sospetto che la marca farà la differenza per il loro giudizio,  agisco d' astuzia. Se si tratta, per esempio, di una scatoletta di pesce,  la svuoto in un piatto e butto immediatamente il contenitore,  la porto in tavola come si trattasse della solita roba e aspetto le reazioni. Se non arriva nessuna reazione, vuol dire che il prodotto placebo va bene  e continuo a comprarlo con grande gioia del mio portafoglio,se invece si lamentano del sapore, almeno son sicura che il giudizio non è un pregiudizio e ci metto una pietra sopra.

Attenzione però anche qui a non farci prendere la mano: se il prodotto costa meno non è che ne dobbiamo prendere più del necessario.Se risparmiamo sul formaggio non dobbiamo "investire" subito il nostro risparmio su due pacchi di patatine.
Attenzione anche ai cesti con gli stock! questa merce è una grande tentazione: giochini che attirano i bambini , pentolame di varie forme, misure e colori che ci vedono già ai fornelli,  vaporiere e friggitrici  a prezzi stracciati. Riflettiamo se veramente sono oggetti che ci servono e non dimentichiamo che di "super offerte irripetibili"...è pieno il mercato.
Prima di finire questo post voglio aggiungere una cosa: poiché molti prodotti freschi         dei discount sono confezionati nella plastica, stiamo particolarmente attenti al riciclo delle confezioni.Risparmiare la  spazzatura non riciclabile è il più importante investimento che possiamo fare.




venerdì 29 giugno 2012

Due spaghetti o due conti?

Chi ha in mano il bilancio familiare, sa bene che ci sono settori di spesa nei quali possiamo fare delle modifiche,


 ... altri nei quali è quasi impossibile fare dei cambiamenti,




... ed altri ancora nei quali non si vogliono fare dei cambiamenti






A parte gli scherzi ....avere in mano un quadro chiaro delle nostre spese può aiutarci a capire subito dove si può migliorare.

Non so se vi è mai capitato di dire (a me succede spesso): -oggi non ho niente per  cena!!!- e poi di riuscire a preparare talmente tanta roba da non riuscire a finirla. Si, perchè abbiamo scoperto che dentro il frigo c' erano due mozzarelle, che l' insalata, tranne le prime due foglie, era ancora fresca; che avevamo qualche uovo da fare a frittata con quei due spinaci dimenticati  nel freezer. O, più semplicemente, ci siamo fatti due spaghetti con aglio olio e peperoncino e con meno di un euro abbiamo sfamato 4  persone.
Se invece di rovistare in dispensa, fossimo andate al supermarket avremmo acquistato: 12 euro di fettine da fare velocemente in padella, il dolcetto per il bambino che fa i capricci,e  il lucidalabbra rimasto misteriosamente attaccato alle mani di nostra figlia. Totale: 20 euro!
..... e intanto mozzarella insalata e uova avrebbero terminato il loro ciclo vitale e sarebbero finiti dritti dritti dentro il secchio della spazzatura....

giovedì 9 febbraio 2012

questa me la segno ... 2





Una volta che ci siamo procurati gli strumenti di nostro gradimento (carta e penna o mouse e tastiera) siamo pronte a cominciare  la nostra indagine casalinga.
Ma.. come fare una lista valida? Se scriviamo in una agenda, possiamo ogni giorno segnare le spese che facciamo, specificando per bene quale acquisto riguardano. Se abbiamo un bel quaderno, possiamo dividere il foglio in settori e riempire ognuno di questi con puntualità: alimentari, spese per l' energia elettrica, per il telefono, per l' abbigliamento....Se usiamo excell, abbiamo le nostre caselline dove specificare i vari tipi di acquisti, dagli alimentari al condominio, dalla scheda del cellulare, al pollo arrosto in rosticceria.
        Posso dirvi per esperienza personale che per  quanto riguarda il "modello" della lista preferisco il "fai da me". Ogni famiglia, ogni casa, ogni situazione ha esigenze diverse: una coppia di sposini farà acquisti diversi da una famiglia con tre figli, che a sua volta, impiegherà diversamente i soldi, di una persona che abita da sola .E poi:  chi abita in un condominio di una grande città, avrà spese diverse di chi abita in una casetta singola di un piccolo paese.
La cosa più importante che dobbiamo fare è segnare, segnare, segnare, tutte le spese, anche, (e direi...sopratutto!) quelle che a noi sembrano più piccole e insignificanti. 
Qualcuno potrebbe obiettare: ma non basta conservare gli scontrini?!
Beh....no! il giornale e il pacchetto delle gomme da masticare acquistato all' edicola? il soldino per la merenda al figlio che va a scuola? la quota data alla collega per il regalo collettivo? il pieno alla macchina? meglio scrivere subito dove vanno a finire i nostri sudati guadagni.